La forza del Giro d’Italia è anche mostrare al mondo attraverso lo sport le ferite di un territorio martoriato da alluvione e uragano e la volontà delle popolazioni di questo territorio di rialzarsi il prima possibile. Raccontare la forza di una solidarietà che ha mobilitato centinaia di persone da tutta Italia che stanno lavorando a fianco dei bellunesi in questi giorni. E’ cosi che Andrea Berton ha raccontato nella Gazzetta dello Sport di sabato  (con video nella versione web) di questa speciale ricognizione della tappa del Giro d’Italia del 1 giugno (Feltre – Croce d’Aune/Monte Avena lungo lo stesso percorso della Sportful Dolomiti Race) che si è trasformata in un viaggio del Ct della Nazionale Davide Cassani tra le ferite che hanno subito il Bellunese e il vicino Trentino a causa degli eventi alluvionali e dell’uragano del 29 ottobre scorso. Una ricognizione in cui ha incontrato la gente, stretto la mano dei tantissimi volontari e degli addetti ai lavori che stanno lavorando per riportare la normalità.

Da ciclisti, Cassani e Berton hanno voluto fare il loro viaggio sui pedali accompagnati dagli ex prof Andrea Peron (9 Tour de France, un argento olimpico) e dal feltrino Davide Malacarne e dall’olimpico dello sci Christian Zorzi. Hanno pedalato su tratti del Passo Rolle e passo Croce d’Aune toccando con mano i danni fatti dal vento e dall’acqua. A Croce d’Aune la sosta davanti al monumento a Tullio Campagnolo quasi coperto dagli alberi caduti, tutto attorno i tetti delle case e l’albergo da Lionello scoperchiati dal vento. Poi si sono spostati in Agordino per far vedere le ferite più profonde del territorio bellunese ma anche l’orgoglio di una popolazione che si è rimboccata le maniche per riparare i danni ed è aiutata da un vero esercito tra forze dell’ordine, vigili del fuoco, protezione civile, volontari di ogni genere ed età che da 15 giorni lavorano incessantemente.

 

Vedere dal vivo i danni subiti dal territorio mi ha impressionato davvero molto – racconta a fine giornata Cassanima mi ha impressionato al pari la voglia incredibile della gente di tornare il prima possibile alla normalità, nonostante le difficoltà di questi giorni. C’era tantissima gente ovunque. Noi passavamo e smettevano di sbadilare per salutarci. Per me è stata una giornata importante. Spero che anche il ciclismo nel suo piccolo possa dare un contributo ai territori del Bellunese, perché tornino al loro splendore”.

Una ricognizione finita con il sorriso per Cassani che aveva dimenticato lo zainetto vicino alla fontana di Sottoguda. “Mi ha scritto un messaggio su facebook la signora Elena per avvisarmi che lo avevano recuperato e lasciato al bar. Fantastica! Di brave persone ce ne sono molte in giro”.

Non si aspettavano una situazione cosi difficile – racconta Malacarnehanno toccato con mano una realtà complicata ma anche la voglia di ritornare ad una vita normale. Hanno visto con i loro occhi la solidarietà della gente e la forza d’animo dei bellunesi. C’erano tratti in cui non si riusciva a passare da quanta gente c’era che lavorava per pulire e sistemare. Addetti ai lavori, tecnici ma tantissimi volontari. Un esercito. Devo dire che mi sono sentito tanto orgoglioso di vivere in un territorio cosi, mi sono emozionato molto anch’io che vivo qui”.