C’è una sola manifestazione del Prestigio di Cicloturismo che raggiunge i 200 chilometri ed è la Sportful Dolomiti Race di Feltre. 

Il dislivello? 5.000 metri. Ma ottenuto con salite differenti rispetto al passato. 

Sarà una prova durissima, adatta a chi ama la salita e che non potrà essere certo improvvisata. La novità è il tracciato, molto differente da quello dello scorso anno. Non si scaleranno più Cima Campo, Passo Manghen e Passo Rolle. Si affronterà la terribile sequenza di qualche anno fa (ultima volta nel 2013) di Forcella Franche, Duran e Staulanza, poi si sale sulle novità Forcella Aurine e Passo Cereda. A questo punto ci si ricongiunge al vecchio percorso per scalare poi il Croce d’Aune nel finale passando davanti al Monumento a Tullio Campagnolo eretto esattamente  il 24 giugno di 30 anni fa.

 
Ma come sarà questo nuovo tracciato?  Lo spiega il presidente del comitato organizzatore Ivan Piol.

«Non si può certo dire, come hanno polemizzato in molti, che sarà una Sportful Dolomiti Race più facile rispetto al passato. La nostra identità è questa, una corsa “solo per ciclisti veri”, non ci sono mezze misure».

Perché avete deciso di cambiare?
«Perché si cerca sempre di migliorare. E poi, dopo tanti anni, cambiare diventa anche necessario. Vogliamo garantire più sicurezza ai ciclisti e abbiamo trovato questa soluzione senza snaturare il tracciato. Non si poteva modificare il tracciato lasciando il Manghen, era impossibile. Inoltre, la discesa del Rolle imponeva un controllo di sicurezza gravoso per l’organizzazione, perché è una statale molto trafficata. In questo modo, eviteremo quella discesa e da Fiera di Primiero salteremo molti paesi sfruttando la bellissima ciclabile a fianco strada. Sarà una Sportful più sicura, soprattutto per chi viaggia nelle retrovie».

Ci sarà un inizio più semplice?
«L’inizio secondo me sarà molto più indigesto rispetto alla vecchia Sportful Dolomiti Race. In passato si stava in gruppo fino all’attacco di Cima Campo. Prima di Forcella Franche, invece, adesso c’è un lungo tratto sempre in leggera salita (fino a San Gregorio nelle Alpi, ndr), con 500 metri di dislivello positivo. Affrontarlo a forte velocità è un grosso rischio».

 

Torna il trittico Forcella Franche, Duran e Staulanza
«Forcella Franche si imbocca dalla bellissima valle del Mis, con gallerie scavate nella roccia, davvero belle. E’ una salita lunga, che inizia in modo semplice, poi negli ultimi chilometri si fa via via più impegnativa. Solo gli ultimi seimila metri sono impegnativi. Il Duran? Non ha nulla da invidiare al Passo Giau, ha le stesse caratteristiche e una pendenza media dell’8,2 per cento, ma solo perché in cima spiana un po’. E’ la salita più impegnativa di tutta la corsa, non concede tregua ed ha lunghi drittoni sopra il 13 per cento. Lo Staulanza è lungo 12 chilometri, ma permette di avere un buon ritmo, non ha pendenze impossibili».

 

La deviazione arriverà subito?
«Sì, esatto. Il corto gira subito dopo Forcella Franche. Resta in quota e a Voltago Agordino continua a salire per Forcella Aurine, affrontando solo la seconda parte di questa ascesa. Questo tracciato misurerà sempre 120 chilometri, ma con 2.400 metri di dislivello (circa 800 in meno rispetto al passato, ndr). Sarà decisamente più abbordabile, anche come pendenze».

Descrivici le due nuove salite del lungo…
«Dopo la lunghissima discesa dello Staulanza, in cui sarà obbligatorio alimentarsi a dovere, ad Agordo inizia la scalata di Forcella Aurine. Sono circa 12 chilometri, con pendenze mai sopra al 10 per cento. E’ una salita pedalabile, si sta bene a ruota. Discesa corta e tecnica verso Sagron, poi si attacca il Cereda. Cinque chilometri impegnativi, con tratti anche oltre il 10-12 per cento. Si scollina a 1.361 metri e si scende verso Tonadico, sfruttando da qui la ciclabile».

Si può fare un confronto con il vecchio percorso?
«Diciamo che mentre le salite della vecchia Sportful Dolomiti Race erano lunghe e ripide, queste saranno molto diverse. Quello era un dislivello “cattivo”, esigente, se così possiamo chiamarlo. Può essere una gara più semplice da gestire, se vuoi portarla semplicemente al termine. Ma secondo me davanti faranno più fatica, perché stare a ruota permetterà di risparmiare molto e le velocità in salita saranno più alte. Dopo il Duran, non ci sono salite impossibili, quindi stare in gruppo farà la differenza. Poi c’è sempre il Croce d’Aune alla fine, con le sue impennate (al 15 per cento, ndr). Il ritmo, come al solito, farà la differenza».

Salite differenti quindi. E le discese?
«Le discese sono bellissime. Un mix di tratti tecnici e molto veloci. La discesa dello Staulanza secondo me è la più bella delle Dolomiti, larga e molto veloce. Giù dal Duran, invece, è tecnica pura. Curve secche e molto ripide, strada strettissima. Un toboga per specialisti».

La domanda quindi è: che Sportful Dolomiti Race sarà?
«Faccio un appunto. Un percorso lungo 200 chilometri, con 5.000 metri di dislivello, non può essere certo definito più “facile” rispetto a un altro. Ma è una Sportful differente. Forse più gestibile atleticamente. Non ci saranno le grandi pendenze e le salite lunghissime, ma un continuo su e giù. Ma non si toccano, come prima, quote oltre i duemila metri.

 

*fonte: Cicloturismo a firma Daniele Simonetti, l’articolo completo lo trovate QUI